60 sec. DALL’ANTICO. Quando Maradona era Azteco!

È meglio Maradona o Pelè? Nessuno che sappia la risposta! E nemmeno potete trovare qualcuno che vi dica chi era il Maradona dell’Impero Azteco! Io però posso dirvi che sicuramente c’era! Ed anche un altro dettaglio, cioè che la sua carriera durò pochissimo! I virtuosi della palla di caucciù…un pallone di ben 5 chili che procurava infortuni gravissimi…non avevano vita lunga.
Di fatti il premio della vittoria non era né lo scudetto né il pallone d’oro…semplicemente la squadra vincitrice veniva interamente sacrificata! Verrebbe quasi da dire che il calcio anche allora era una questione di vita o di morte!
Ma fu questo vero calcio? A Tenochticlan (poi Città del Messico) c’era il più grande stadio del Regno. Erano stadi grandi come il Maracanà: dieci contro dieci, muri laterali dove rimbalzare la palla dell’albero della gomma.
Rimbalzo…ginocchio, palleggio di petto, testa e colpo d’anca…niente mani e piedi, ma palleggi sopraffini per centrare cerchi di pietra sospesi! Persino Hernan Cortes che non perdeva un match di questo strano campionato descrive sdegnato il sacrificio umano finale. Ma questo non era uno sport per gli Aztechi e la palla di gomma simboleggiava il sole a cui i giocatori con il loro sacrificio estremo davano volentieri nuova vita. 5 secoli dopo…sempre Città del Messico, stadio Azteca…va in scena un altro spettacolo che Hernan Cortes si è perso! Maradona affonda da solo l’Inghilterra prima di vincere un mondiale. Nel bene o nel male qui nel Messico la “pelota” si muove sempre in maniera magica.

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Ciro Marra
Presidente Associazione Gusto per Roma