LA CANNELLA
Chiamata anche Cinnamomo dall’arabo Kin Anomon, ovvero pianta profumata della Cina è in realtà originaria dello Sri Lanka! Nominata già nella Bibbia per l’uso di consacrare i templi sacri della sua fragranza, la cannella vanta una storia millenaria…era usata per le imbalsamazioni già dagli antichi Egizi nel 3000 a.C! Greci e Romani la conoscevano bene ma credevano fosse raccolta con modalità bizzarre e arrivasse da Arabia ed Etiopia.
La Cannella fu da sempre considerata come una spezia dalle mille proprietà terapeutiche e curative: Mitridate, re del Ponto del I secolo a. C, la inserì all’interno della sua Tiriaca, la mistura di spezie ed erbe, creata dal sovrano stesso come antidoto a molti veleni.
Nel Medioevo diviene un costoso dono per re e regine, tanto da guadagnarsi il titolo di spezia dei re.
Federico II ci fa conoscere una golosa ricetta preparata con la cannella. L’imperatore chiese che questo piatto, di cui era ghiotto, gli fosse preparato qualche giorno prima di morire: le pere guaste con “zuccharo” e cannella. Si trattava di pere molto mature, cotte nel latte fino a disfarsi e spolverizzate con zucchero e cannella.
Nel Rinascimento Nostradamus la inseriva in un suo potentissimo filtro d’amore.
Nell’Ottocento era una delle quattro spezie automaticamente considerate nei libri di cucina quando si parlava di “un pizzico di spezie o di droghe” (le altre erano noce moscata, chiodi di garofano e pepe).
Oggi dà il meglio di sè con torte, frutta cotta, biscotti e vin brulé.
Studi recenti sottolineano la sua capacità di abbassare il colesterolo.

Quali sono le sue vere PROPRIETA’?
Stimola la circolazione sanguigna
Proprietà antibatteriche
Proprietà digestive.

Altre proprietà attribuite:
Proprietà antidiabetiche
Proprietà afrodisiache

È meglio Maradona o Pelè? Nessuno che sappia la risposta! E nemmeno potete trovare qualcuno che vi dica chi era il Maradona dell’Impero Azteco! Io però posso dirvi che sicuramente c’era! Ed anche un altro dettaglio, cioè che la sua carriera durò pochissimo! I virtuosi della palla di caucciù…un pallone di ben 5 chili che procurava infortuni gravissimi…non avevano vita lunga.
Di fatti il premio della vittoria non era né lo scudetto né il pallone d’oro…semplicemente la squadra vincitrice veniva interamente sacrificata! Verrebbe quasi da dire che il calcio anche allora era una questione di vita o di morte!
Ma fu questo vero calcio? A Tenochticlan (poi Città del Messico) c’era il più grande stadio del Regno. Erano stadi grandi come il Maracanà: dieci contro dieci, muri laterali dove rimbalzare la palla dell’albero della gomma.
Rimbalzo…ginocchio, palleggio di petto, testa e colpo d’anca…niente mani e piedi, ma palleggi sopraffini per centrare cerchi di pietra sospesi! Persino Hernan Cortes che non perdeva un match di questo strano campionato descrive sdegnato il sacrificio umano finale. Ma questo non era uno sport per gli Aztechi e la palla di gomma simboleggiava il sole a cui i giocatori con il loro sacrificio estremo davano volentieri nuova vita. 5 secoli dopo…sempre Città del Messico, stadio Azteca…va in scena un altro spettacolo che Hernan Cortes si è perso! Maradona affonda da solo l’Inghilterra prima di vincere un mondiale. Nel bene o nel male qui nel Messico la “pelota” si muove sempre in maniera magica.

Se volete assaporare una giornata all’insegna dell’archeologia fuoriporta basta percorrere qualche chilometro fuori da Roma e visitare il luogo scelto come “Meraviglia Italiana” per rappresentare la regione Lazio nel 2011.

Dove siamo di preciso? E di quale opera parliamo?

Nella città di Palestrina, a 50 km da Roma, sorge il Santuario della Fortuna Primigenia risalente al II secolo a.C., uno dei complessi più imponenti dell’antica Roma.

Come lascia intendere il nome, il Santuario era famoso in tutto il mondo per il culto della Fortuna Primigenia, ovvero della dea Fortuna, figlia primogenita o addirittura madre di Giove. A lei, ciascun fedele e devoto, giungeva in pellegrinaggio nel Santuario per chiedere l’estrazione della propria sorte.
I responsi, incisi su tavolette, venivano estratti da un bambino.
Tutte le sortes erano custodite all’interno di un contenitore: l’arca, in legno di ulivo. L’ulivo era l’albero sacro che sorgeva sul terreno su cui il Santuario fu costruito.

La grandiosità della costruzione si doveva soprattutto alla presenza di sei terrazze artificiali, collegate da rampe e scalinate, culminanti in un’ampia cavea.
Ancora oggi puoi fare visita a queste terrazze, livello per livello, proprio come duemila anni fa… ed il loro splendore, così come il panorama mozzafiato che da lì si gode, sono rimasti invariati! Oltre al tempio, una delle bellezze da non perdere è Palazzo Colonna-Barberini, così chiamato dalle rispettive famiglie di cui fu dimora. Sorge in una posizione incredibile: sull’ultima terrazza del Santuario della Fortuna Primigenia, quella che domina Palestrina.

Oggi il Palazzo ospita il Museo archeologico e conserva al suo interno opere uniche come il celebre Mosaico del Nilo, un’insolita e particolarissima carta geografica dell’antico Egitto: qui il Nilo è rappresentato in una delle sue periodiche inondazioni, considerate sacre, con gli animali che lo popolano, le piante ed i templi che lo costeggiavano. Ma cosa rappresenta di preciso?
Il viaggio di Alessandro Magno in Egitto o quello dell’Imperatore Adriano? O ancora la conquista di Ottaviano futuro Augusto? Divertitevi anche voi a fare qualche ipotesi di fronte a questo gigante di 20 mq!

Il fascino dell’antica Praeneste romana, convive tuttora con il sapore medievale e rinascimentale delle usanze storiche in vita a Palestrina.
Tra queste infatti c’è la preparazione del Giglietto, il biscotto della cucina tradizionale prenestina che ancora oggi anima la sagra. La gustosità del biscotto è confermata anche dalla sua nomina a presidio Slow Food! Insomma, non puoi andar via da Palestrina senza averlo assaggiato!
E non dimenticare poi il Palio di Sant’Agapito, le cui origini risalgono persino al 200 a.C., ma che, nella sua forma spiccatamente medievale, ancora oggi è un appuntamento fisso.
Verso la metà di agosto tutta la città si riunisce per sostenere i 4 quartieri che si scontrano in diverse gare tra cui la corsa con i sacchi e la giostra medievale.
Un torneo cavalleresco articolato secondo precise regole, con sfilate in costume, sbandieratori e taverne con cibo tipico del posto… motivo in più per partecipare come spettatori e scoprire una volta per tutte in cosa consiste la corsa dei Fusi! 😉

IL CUMINO
Originario della Siria, dallo scavo di Tell ed-Der i semi più antichi: hanno ben 6000 anni!
Venne presto coltivato nell’Egitto dei Faraoni.
Sulle tavole dell’Antica Grecia il “porta cumino” era all’ordine del giorno.
Un’errata etimologia collega il nome della spezia con la città di Kerman dove, secondo la leggenda, veniva prodotta la maggior parte del cumino nell’antica Persia. Per i persiani, l’espressione “portare cumino a Kerman”, aveva lo stesso significato che per i Greci “Portare vasi a Samo”, vale a dire fare cosa inutile, visto che Samo era un importantissimo centro di produzione ceramica.
La spezia ebbe poi grandissima fortuna a Roma insaporendo le ricette imperiali.
Col tempo perse la sua importanza in Europa, contrariamente a quanto avvenne nelle cucine indiane, arabe e sudamericane, in cui è ancora una spezia indispensabile.
Nell’erboristeria alchemica il cumino è legato all’elemento Acqua, così afferma anche la dottrina taoista, secondo la quale il seme del cumino sarebbe in grado di insegnare la canzone dell’acqua, ovvero la capacità dell’acqua di farsi nuvola, pioggia e neve rimanendo fedele a se stessa.

Ed i magici poteri del cumino non finiscono qui! Secondo diverse culture questa spezia sarebbe in grado di fornire protezione contro il malocchio e di propiziare l’amore eterno.
Persino in Piemonte, si dice che le nonne donassero alle proprie nipoti delle pagnotte cosparse di cumino, in modo tale che non fossero abbandonate dai fidanzati.

Il suo profumo piacevole lo rendeva anche una sorta di caramella usata spesso per mascherare i cattivi odori: anche James Joyce, in un racconto del libro Gente di Dublino, narra di un personaggio che masticava semi di cumino per mascherare l’odore di alcool del suo alito. Quest’uso rimane ancora oggi: nella moderna cosmesi, il cumino viene utilizzato come aromatizzante nella preparazione di dentifrici, collutori e detergenti.

Nel Nord e nell’Est Europa viene spesso confuso, anche linguisticamente, con il cosiddetto cumino dei prati, chiamato carvi o cumino tedesco.
Il cumino è uno degli ingredienti principali del curry, ma dall’altra parte del mondo, in Messico, questa spezia entra in molti piatti popolari come i tacos.
E’ essenziale quanto il peperoncino rosso nella preparazione del famoso chili messicano, mentre in Marocco insaporisce il couscous, il piatto nazionale.
Lo si trova in Iran per profumare i sottaceti . In Europa è utilizzato in Spagna e Portogallo dove entra nelle salsicce, in Olanda in un formaggio tipico.

Quali sono le sue vere PROPRIETA’?
Ha proprietà digestive
Combatte l’alitosi
Stimola l’appetito

Altre proprietà attribuite:
Proprietà antitumorali
Proprietà dimagranti

Ed ecco che arriva il momento di fare le cose sul serio. Nell’Antica Roma prima di tutto il fidanzamento! Di fronte ai genitori si diventa “sponsi” cioè “promessi sposi”. Poi bisogna scegliere come sposarsi. In Chiesa? In Comune? 😉

I romani all’inizio avevano 3 modi! Uno era davvero pragmatico…ci si sposava per “uso”! Cioè si dormiva sotto lo stesso tetto per un anno e la donna diventava dell’uomo per “usucapione”!!
Un altro metodo risaliva ai tempi arcaici, quando il padre “vendeva” la figlia al futuro marito con un vero e proprio contratto di compravendita!
Il terzo modo mi sembra un po’ più romantico…e si diffuse presto tra le famiglie patrizie. Gli sposi di fronte ai testimoni e ai sacerdoti dichiaravano la loro ferma volontà di stare insieme per la vita. Invocavano poi gli Dei. Tutto questo mentre si stringevano reciprocamente la mano destra. Poi occhi negli occhi dividevano una focaccia di farro simbolo del nutrimento e della vita stessa da condividere. La cerimonia si chiude con una frase pronunciata dalla moglie romana di fronte alla porta della nuova casa. “Ubi tu Gaius…ego Gaia..” = “dove tu sarai…io sarò”…in altre parole, finché morte non ci separi.

Ciro Marra

Ci sono tantissimi modi di fare un Aperitivo a Roma, ma solo uno avviene all’interno di un sito archeologico.

Salve a tutti, qui Ciro Marra, il vostro archeologo di quartiere! 😉
Avete voglia di fare un Aperitivo a Roma? Bè… Ben trovati in questo NUOVO BLOG!
E’ un Blog direttamente connesso al progetto Aperitivo Archeologico che curo per Gusto per Roma. Molti di voi hanno partecipato con me a un Aperitivo Antico in qualche sito archeologico di Roma o hanno preso parte a una delle Roman Special Adventures che scrivo…molti altri non sanno di cosa sto parlando e si avvicinano ora a questo mondo di avventure culturali di cui hanno appena preso in mano il calendario!
Ad ogni modo..la cultura può essere un’avventura di conoscenza anche in una pagina scritta o in una digitale…
Possiamo viaggiare nel tempo e nello spazio attraverso il sapere, la fantasia e l’immaginazione.
Bene, in questo Blog voglio creare tanti viaggi culturali ricchi di avventura! Attraverso tantissimi argomenti:
Storia, archeologia, gastronomia, letteratura, geografia, arte…e tanto altro…tutto quello che ci porta a contatto con quello che l’essere umano può fare nella storia. E’ un Blog UMANISTA e curioso di tutta la storia dell’uomo…di come ha vissuto e di come ci insegna a vivere oggi!
Alcuni articoli porteranno la mia firma, altri saranno fatti da giovani archeologi o storici dell’arte…altri da persone che semplicemente sanno scrivere una storia…di qualsiasi età. Col tempo si aggiungeranno grandi firme…io ne sono sicuro…
E anche voi che leggete adesso…mandate qualcosa e verrà letto, valutato e preso comunque in considerazione!!!
Quindi pronti per tanti argomenti di cultura smart… per curiosità, aneddoti…ma anche pronti per alcune sezioni specifiche sui progetti che porto avanti con Gusto per Roma: i backstage delle Roman Special Adventures…dietro le quinte di un Aperitivo Archeologico…le ricette antiche…e gli aggiornamenti su tutte le avventure in cantiere che prima o poi troverete su questa lista…pronte per essere vissute.
Intanto grazie a tutti quanti quelli che danno forza a questo progetto e che partecipano, leggono, scrivono, e che si trovano ora in questa riga… e da questa riga vi mando un caro saluto! Grazie per aver letto il primo articolo di questo Blog e vi aspetto tra le righe degli altri!

Ciro